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SIPPS Newsletter dalla letteratura. Articolo "La tassa sulle bevande zuccherate e il sovrappeso e l'obesità pediatrica"
mer 05 feb, 2025

Di seguito l'articolo pervenuto dalla Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS)

Gregory EF, Roberto CA, Mitra N, Edmondson EK, Petimar J, Block JP, et al.
La tassa sulle bevande zuccherate e il sovrappeso e l'obesità pediatrica
JAMA Pediatr. 2025;179:46-54

Il sovrappeso e l’obesità sono problemi assai frequenti in età pediatrica che minano la salute a breve e, soprattutto, a lungo termine perché si associano a gravi complicanze che interessano prevalentemente, ma non solo, l’apparato cardiovascolare e possono portare a patologie fortemente invalidanti e spesso causa di morte prematura. In Italia, malgrado un lieve miglioramento negli ultimi anni, il riscontro di sovrappeso e di obesità nei bambini è ancora molto frequente. Una indagine svolta sotto l’egida dell’Istituto Superiore di Sanità su più di 46.000 alunni della III classe della scuola primaria ha dimostrato che nel 2023 il 19%  dei bambini di 8-9 anni era sovrappeso e il 9,8% era obeso. Tutto ciò ad onta di numerosissime campagne informative sui rischi dell’obesità del bambino e dell’adolescente messe in atto da società scientifiche ed enti diversi negli ultimi anni, sia del lavoro capillare svolto dai pediatri di famiglia per cercare di normalizzare le diete dei loro assistiti e spiegare l’importanza di una sistematica ed energica attività fisica per far rientrare il peso entro limiti accettabili. D’altra parte, una componente  non trascurabile dei fattori che hanno limitato l’efficacia di queste iniziative è il fatto che, spesso, le stesse famiglie dei bambini sovrappeso sono restie ad accettare la condizione dei figli e, quindi, poco propense a mettere in atto le modificazioni della dieta e dello stile di vita consigliati dagli esperti.

E’ stato dimostrato, infatti, che il 45% dei bambini in sovrappeso o obesi è percepito dalla madre come sotto-normopeso; il 59,6% delle madri di bambini fisicamente poco attivi ritiene che il proprio figlio svolga attività fisica adeguata e tra le madri di bambini in sovrappeso o obesi, il 73,0% pensa che la quantità di cibo assunta dal proprio figlio non sia eccessiva. Tra le modificazioni dietetiche suggerite per normalizzare l’alimentazione, riducendo l’apporto calorico, moltissimi nutrizionisti hanno consigliato di evitare l’assunzione di bevande zuccherate, di per sé fonte di un apporto di zucchero molto elevato.  Una lattina, delle bevande gassate più diffuse, ne contiene circa 35 grammi, un valore enorme se si considera che questo si aggiunge a quello di altri alimenti largamente diffusi, anche se discutibili, come le merendine. Per favorire la riduzione dei consumi e promuovere scelte alimentari salutari, la tassazione delle bevande zuccherate è una misura considerata promettente. Alcune evidenze sembrano, infatti, suggerire che un aumento del prezzo del 10%-20% può ridurre significativamente il consumo di bevande zuccherate nella popolazione generale. L’impatto della tassazione sul sovrappeso e l’obesità nel bambino è, tuttavia, relativamente poco definito. Il lavoro di Gregory e collaboratori riporta dati interessanti al proposito e può essere di spunto per prevedere quello che potrebbe succedere in Italia nei prossimi anni.

Dal 1° luglio 2025, con aliquota ridotta per il primo anno e piena applicazione dal 2026 entrerà in vigore, anche in Italia, la tassa su bevande e prodotti zuccherati . Per il primo anno la tassa sarà di 5 centesimi al litro per le bibite zuccherate e di 13 centesimi al chilogrammo per gli altri prodotti zuccherati. Questi rincari sono, in realtà molto più modesti di quelli messi in atto dalle autorità di Filadelfia ove lo studio americano è stato eseguito e dove la tassazione aveva portato ad un aumento dei costi del 30%, poi ridotto del 25%-35%,  con una diminuzione delle vendite del 35%. I dati raccolti a Filadelfia ci dicono che dopo 2 anni dall’introduzione della tassa, l’indice di massa corporea e la frequenza di obesità dei 136.078 soggetti (2-18 anni) che vivevano nella zona ove la tassa era stata applicata non era sostanzialmente variata rispetto a quanto era accaduto in alcune contee relativamente vicine ove la tassa non era stata applicata. Qualche lieve differenza è stata riscontrata in alcuni sottogruppi di bambini ed adolescenti quali i bianchi e quelli in migliori condizioni socioeconomiche ma, anche in questi casi, la riduzione era così piccola da non avere un qualsiasi significato clinico.
Questi risultati hanno portati numerosi commenti da parte sia di nutrizionisti sia da parte di analisti economici.  Le conclusioni principali sono che, come avvenuto per altri prodotti ritenuti nocivi per la salute come alcool e tabacco, la tassazione delle bevande zuccherate può essere efficace nel ridurre i consumi e, quindi, almeno teoricamente, i rischi per la salute connessi con a questi consumi, ma deve essere molto significativa per arrivare ad avere un impatto molto consistente. In altre parole, la tassa deve pesantissimamente impattare sui consumi, se vuole veramente essere efficace. Riduzioni contenute non hanno, di fatto, sufficiente impatto. I valori proposti in Italia sembrano veramente modesti e, se si vuole dar retta agli analisti americani, insufficienti. Ben altro sembra essere necessario per combattere sovrappeso ed obesità, a cominciare dall’ottenere la collaborazione delle famiglie, convincere gli stessi bambini, mettere in atto profonde modificazioni dietetiche e aumentare l’attività fisica.  

Prof. Nicola Principi - Direttore RIPPS