Tanto clamore sui media per l’” epidemia “di polmonite. Ed è giusto che sia così. Si tratta di una situazione senza precedenti a livello nazionale per la numerosità dei pazienti e l’incertezza dell’origine.
Cronache, ipotesi, bollettino quotidiano del crescere o decrescere dei casi; ancora del tutto giusto. La popolazione deve essere informata ed è anche segno di vicinanza ai pazienti ed ai loro cari.
Medici di medicina generale, Pronto Soccorso, reparti di degenza, radiologie, dirigenti, strutture epidemiologiche e di analisi sottoposti ad un improvviso eccezionale carico di lavoro.
Gli orari si dilatano, gli impegni personali diventano, quasi naturalmente, secondari.
Uomini e donne, medici, infermieri, personale ausiliario, tecnici e tanti altri hanno risposto con l’impegno che è dovere, mantenendo fede a un contratto, alto, costituzionale: curare ogni “individuo” per una sola ragione, perché sta male.
In silenzio.
E non vi è miglior modo di ricordare che quaranta anni fa veniva promulgata la legge istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale che a questi principi si ispirava e, speriamo, continui ad ispirarsi.
In silenzio, grazie.
Ottavio Di Stefano