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TAFFARELLI E IL DOTTORE INVISIBILE
mer 04 set, 2019

A proposito dei giudizi sui medici di medicina generale… una storia “quasi” vera: Taffarelli e il dottore invisibile.

 

“Ciao, forse è la prima volta che mi vedi come malato?”
Conosceva Taffarelli da sempre, fin da bambino, come succede in paese. Aveva qualche anno più di lui.

Non erano amici. “Si è la prima volta che vieni in studio. Qualche volta è venuta tua moglie…”

“Francesca, è tua coscritta. Ho la tosse da almeno 15 giorni.. e forse di più..da qualche settimana…sai sono sempre in giro in macchina per lavoro. Aria condizionata a manetta e poi il caldo tropicale di queste settimane.”

Aveva l’atteggiamento dell’uomo deciso, dell’imprenditore di successo, sicuro di se, ma senza spocchia.

“Hai avuto febbre? Di che colore è il catarro, c’erano tracce di sangue? E poi fumi?”

“No febbre, no. Il catarro è poco..pochissimo…bianco –giallastro, ma non sangue.. Francesca ….è stata a lei ad insistere perché venissi da te. Io sto bene.”

 

10-15 sigarette al giorno…non mi sento niente, sto bene..é stata Francesca”
Lo sguardo era divenuto teso, preoccupato, in netto contrasto con l’atteggiamento e le parole “E’ stata Francesca”.

Rispose diligentemente alla tante domande che riempirono lo schermo del computer.

“Mettiti sul lettino che ti visito” “Ma Francesca. Ha detto che bastava una lastra..” “Certo ma devo orientare il radiologo su cosa, eventualmente, cercare” Taffarelli lo guardò ammirato.”

“Non ricordo il tuo nome..sai l’età” ”Claudio”.
Sì Claudio, tua moglie…le donne hanno sempre ragione Dobbiamo fare una radiografia” “Allora mi hai trovato qualcosa?” “No, ti dirò non ti ho trovato niente. Quindi non ho un spiegazione per la tosse, probabilmente è proprio l’aria condizionata… ci rivediamo con l’esito”.

Si alzò e lo accompagnò alla porta e mentre gli dava la mano, captando lo sguardo ancor più preoccupato, disarmato, senza più nessuna sicurezza, gli pose l’altra mano sulla spalla “ Questo è il mio numero di cellulare chiamami quando vuoi e portami la lastra” “Quanto ti devo ?” “Quanto ti devo… niente, sono il tuo medico” La stretta di mano fu vigorosa. “Grazie.. grazie davvero”.

Aveva finito tardi. E pensare che le statistiche dicono che d’estate meno gente va dal dottore. Non aveva resistito al secondo piatto di spaghetti alle vongole e vi aveva messo sopra anche due bicchieri di Lugana ghiacciato. “ormai dal medico di base non va più nessuno…la gente va su internet e cerca lo specialista che lo curerà.” Dichiarazione di un politico di rango, bocconiano. Trasalì, la piacevolezza del gusto degli spaghetti e la lievissima ebrezza del Lugana sparirono.

Dormì male. Pensava a Taffarelli, quella tosse stizzosa lo preoccupava e pensava al politico.

Che strana sensazione, si sentiva invisibile e guardava i pazienti in attesa. Li scrutava uno per uno. Perché erano lì quella mattina? Per le ricette? Quante e diverse storie avrebbe sentito? A quante domande più o meno gravi avrebbe tentato di dare risposte? Ma era proprio invisibile, non contava niente? E poi vide Taffarelli con il dischetto in mano ed accanto sua moglie.

addensamento a contorni sfrangiati…” “Claudio dobbiamo fare ulteriori accertamenti. Nel nostro ospedale vi è un gruppo di specialisti che si occupa dei problemi come il tuo”

“Ho un tumore?” “Non lo posso escludere. La tua preoccupazione è del tutto comprensibile, ma abbiamo gli strumenti per affrontare la situazione.” “Abbiamo? Ma se mi hai appena detto che mi mandi dagli specialisti” “Sia per capire cosa hai che per le cure gli specialisti sono indispensabili, ma come ti ho detto ieri sera sono il tuo medico e questo percorso lo faremo insieme”

“Insieme…quindi” “Per ogni disturbo per ogni dubbio io ci sono”.

“Da ieri sera, da quando abbiamo capito che qualcosa non andava non abbiamo fatto che piangere, mi è crollato il mondo addosso. Stamattina venendo qui ed incontrandoti sto meglio. Ciao”

Entrò Orsolina, 87 anni, gli avrebbe chiesto le bustine per i dolori e lui avrebbe risposto che quelle non andavano bene per i suoi reni un po’ malandati. Mentre si attrezzava per la consueta battaglia con quella signora anziana simpatica, ma tremendamente testarda, si rese conto di non essere più invisibile.

Ottavio Di Stefano
Storia quasi vera con nomi di fantasia.