In questo film del 1976 i viaggiatori di un treno, per un’intricata vicenda, si infettano tutti con un virus. Il treno viene blindato e deviato su un percorso alternativo per condurlo in una zona di isolamento. Il treno corre veloce, troppo veloce e dovrà affrontare un vetusto ponte - Cassandra Crossing - che certamente non reggerà al suo passaggio. Nel film tutti i viaggiatori si salvano grazie alla scoperta di un rimedio e il treno si arresterà prima del ponte.
Ma questo è un film.
In queste ultime settimane le varianti di Sars-CoV-2, ed in particolare in Italia la “variante inglese”, hanno determinato un’accelerazione dell’epidemia, specie in alcune zone, e fra queste la nostra provincia.
La prevalenza della “variante inglese” è, attualmente, del 17,8% (Prevalenza della variante VOC 202012/01, lineage B.1.1.7 in Italia Studio di prevalenza 4-5 febbraio 2021) con un range di prevalenze tra 0 e 59%, ma “è prevedibile che questa nelle prossime settimane diventi dominante nello scenario italiano ed europeo”. Questa variante si diffonde più facilmente e rapidamente (30-50% di maggiore contagiosità), ma non pare, per i dati disponibili, che abbia una maggiore letalità.
I nostri ospedali, in questi ultimi giorni, sono sottoposti di nuovo ad un’intensa pressione con incremento dei ricoveri e necessità di apertura di nuovi posti letto per malati COVID. Sul territorio vi è una situazione a macchia di leopardo, ma vi sono zone in cui il numero di malati è in netto, progressivo aumento.
Siamo preoccupati. La “pandemic fatigue”, letteralmente affaticamento e stanchezza da pandemia, colpisce tutti, ma gli operatori della salute da un anno non hanno pause. Una vita lavorativa già impegnativa e difficile prima di Sars-CoV-2, è diventata sofferenza fisica e psichica continua, incessante. Siamo stremati, ma non possiamo fermarci.
Il treno corre veloce e già nelle prossime settimane il sistema sanitario, sia a livello locale che nazionale, andrà in grave sofferenza.
Tutti gli esperti, unanimemente, sostengono che sono indispensabili misure restrittive più severe.
Il disagio, anzi la sofferenza sociale è grande. Zona gialla è quasi un segnale liberatorio. Uscire, incontrare gli amici, godersi il sole. E questo riguarda tutti, ma in particolare i giovani che hanno perso la socialità, le relazioni che solo la scuola vera, in presenza, può dare. Le diseguaglianze socioeconomiche sono aumentate e chi soffre di più? I giovani, i precari, le donne lavoratrici, i poveri.
Il treno corre veloce. Quali misure allora, e qui gli esperti si dividono.
Un lockdown nazionale drastico, come nella primavera scorsa, per qualche settimana (3-4) per abbattere la curva dell’epidemia, ridurre i ricoveri e riprendere i tracciamenti per isolare i focolai.
Lockdown “chirurgici”, ma severi, nelle zone con maggiore prevalenza dei casi.
Non abbiamo titolo per esprimerci in merito, ma il treno corre veloce. Ora, subito, bisogna decidere e… forse siamo già fuori tempo.
E intanto vaccinare, vaccinare, più persone possibile nel più breve tempo possibile.
Tutti i professionisti preposti alla gestione delle istituzioni sanitarie si stanno impegnando strenuamente, ma ancora permangono problemi seri di coordinamento, nulla di paragonabile alla frammentarietà drammatica della prima ondata. ASST, ATS e medici del territorio si incontrano, si parlano molto di più, ma ci vuole un ulteriore sforzo di integrazione con le realtà locali ed in primis con i Comuni.
E noi? Noi dobbiamo essere disponibili a vaccinare. Tutti, proprio tutti.
Abbiamo posto alle istituzioni una sola condizione. Prestare la nostra opera con garanzia assoluta di sicurezza e di supporto adeguato di personale infermieristico ed amministrativo. Questo ci è stato assicurato, ma continueremo a monitorare la situazione.
Facciamo davvero fatica a trovare giustificazioni per comportamenti di non adesione. Vaccinare è un dovere deontologico. Questa è un’emergenza epocale che nessuno ha mai vissuto e nessuno si può tirare indietro.
Un’ultima nota e una risposta dovuta. Alcuni colleghi liberi professionisti lamentano diversità della tipologia dei vaccini proposti dalle ASST, in specie per il vaccino a vettore virale. È necessario ricordare, senza alcuna pretesa di merito, che la vaccinazione a questa categoria, non prevista dal piano vaccinale nazionale, si è resa possibile grazie all’impegno degli Ordini a livello locale, regionale e nazionale.
Certo come si diceva un maggior coordinamento ed omogeneità sarebbero stati e sarebbero molto opportuni ed in tal senso sproniamo, e continueremo a spronare, le istituzioni, ma va anche segnalato che il vaccino a vettore virale è autorizzato dagli organi regolatori ed è in fieri l’autorizzazione a soggetti “sani” fino a 65 anni.
Si tratta poi di un vaccino sicuro che negli studi post registrativi di prossima pubblicazione (Single Dose Administration, And The Influence Of The Timing Of The Booster Dose On Immunogenicity and Efficacy Of ChAdOx1 nCoV-19 AZD1222 Vaccin 1 Feb 2021 Preprints with The Lancet) ha dimostrato un’efficacia dell’82% ed ha elevata capacità di prevenire la malattia moderata-grave.
È un momento difficile. Quante volte, in questi mesi ed in vari frangenti, abbiamo ripetuto questa frase.
Non è un momento, è un tempo difficile. Riusciremo a fermare il nostro treno, come COVID-19 ha, senza ombra di dubbio, dimostrato, solo insieme. Tutti insieme.
Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Brescia
Il Consiglio Direttivo
La Commissione Albo Odontoiatri