Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Brescia

L'emergenza climatica è stata definita la più grave minaccia per la salute dell’'uomo e la sopravvivenza della specie del XXI secolo.
Per contrastare i cambiamenti climatici e promuovere una sanità più sostenibile è necessario progettare insieme politiche più “green”.
Con questo obiettivo lo scorso 27 maggio le principali istituzioni della sanità bresciana hanno condiviso e firmato una Dichiarazione di intenti per favorire la transizione ecologica nei contesti sanitari.

L’ambito sanitario, infatti, non può essere considerato come un sistema isolato, e contribuisce in modo significativo (almeno il 5%, quota pari al doppio di quanto emesso dal trasporto aereo mondiale) alle immissioni totali di CO2 in atmosfera, collocandosi al primo posto tra i diversi settori afferenti ai servizi.

La Dichiarazione è stata sottoscritta dall’Ordine dei Medici insieme ad ATS Brescia, Aziende Socio Sanitarie Territoriali (ASST Spedali Civili, ASST Garda, ASST Franciacorta) ed enti privati accreditati (Fondazione Poliambulanza, Istituti Ospedalieri Bresciani – Gruppo San Donato), Università degli Studi di Brescia, Comune di Brescia e Collegio dei Sindaci di ATS Brescia, altri Ordini Professionali della Provincia di Brescia: Ordine delle Professioni Infermieristiche, Ordine TSRM PSTRP, Ordine dei Fisioterapisti, Ordine della Professione di Ostetrica, Ordine dei Farmacisti, Ordine dei Medici Veterinari.
 
Con l’intesa è stato costituito un Comitato guida territoriale per definire strategie e ambiti prioritari d’intervento e promuovere iniziative comuni volte a implementare la sostenibilità dei servizi sanitari.
Si sono inoltre definite nove specifiche aree di lavoro per ridurre l'impatto ecologico delle cure: dalla gestione degli edifici alla mobilità del personale, dalla gestione dei rifiuti sanitari alla promozione di un’alimentazione sana e sostenibile, dall’utilizzo di gas anestetici, farmaci e dispositivi medici “eco-friendly” alla gestione degli acquisti e all’appropriatezza delle cure (si è stimato che il 20-30% delle prestazioni sanitarie è inutile/inappropriato), dalla formazione alla comunicazione.