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Nuova certificazione di disabilità, l'Ordine dei Medici si fa portavoce con la Federazione nazionale: Insostenibili criticità a danno dei cittadini più deboli, urgente intervenire per risolvere le difficoltà informatiche
gio 30 gen, 2025

Dal 1° gennaio 2025 ha preso avvio nella provincia di Brescia, insieme ad altre otto province italiane – Catanzaro, Firenze, Forlì-Cesena, Frosinone, Perugia, Salerno, Sassari e Trieste - la sperimentazione di durata annuale della riforma dei criteri e modalità di accertamento della condizione di disabilità introdotta dal decreto legislativo 3 maggio 2024, n. 62.

Una riforma comprensibile nelle sue finalità, orientata alla semplificazione, la cui applicazione pratica nella sperimentazione, tuttavia, sta generando rilevanti criticità che ricadono in primis sui cittadini con disabilità, proprio coloro che sarebbero bisognosi della massima tutela.
Gravissimo è il disagio in cui sono incorsi i medici nell’ottemperare a un’attività di fondamentale interesse per i propri assistiti.

A denunciarlo è l’Ordine dei Medici di Brescia, che si è fatto interprete di questo disagio anche a livello nazionale, impegnandosi come capofila per creare una rete con gli Ordini delle altre province inserite nella sperimentazione, che ha portato al coinvolgimento della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri – FNOMCeO.
Al presidente FNOMCeO, Filippo Anelli, è stata inviata una segnalazione a firma dei nove Ordini provinciali per chiedere di rappresentare le criticità della sperimentazione nelle sedi governative e ministeriali competenti, con l’obiettivo di arrivare celermente alla risoluzione di tali problematiche.

Le maggiori difficoltà si riscontrano nell’invio telematico all’INPS del “certificato medico introduttivo”, la nuova e unica procedura con cui viene presentata l’istanza volta all’accertamento della condizione di disabilità. Tale adempimento, di competenza del medico, vede coinvolti medici pubblici, privati, convenzionati, fra cui principalmente i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta.

A quasi un mese dall’avvio della sperimentazione nelle province pilota permangono preoccupanti criticità di tipo informatico che rendono difficoltoso e talora impossibile il rilascio del certificato.

A fronte delle importanti novità introdotte dalla riforma, inoltre, il previsto piano formativo generale rivolto ai medici certificatori è risultato di difficile attuazione per tempi e modalità. Un problema cui molti Ordini delle province coinvolte hanno cercato di dare risposta organizzando incontri formativi e offrendo supporto ai propri iscritti, senza però riuscire a superare le difficoltà tecniche imposte dal sistema.
E’ mancata infatti una preventiva verifica dell’efficienza del sistema informatico, non essendo stata prevista una efficace fase di test del portale prima dell’inizio della sperimentazione.

Il malfunzionamento della piattaforma telematica, la complessità e la lentezza nel caricamento dei documenti, cui si aggiungono la necessità del possesso di firma digitale da parte del sanitario e la difficoltà a comprendere la propria posizione nel dossier formativo – requisito essenziale per operare - stanno portando a continui blocchi del sistema di certificazione.

Questo significa che adulti e bambini con gravi compromissioni fisiche, mentali, intellettive o sensoriali, che presentano necessità di sostegno intensivo, talora urgente, rischiano di non vedere riconosciuto il proprio diritto all’assistenza e all’integrazione sociale, a causa degli ostacoli nel documentare la propria condizione di disabilità.

Le problematiche nell’interazione con la piattaforma telematica, inoltre, hanno determinato un significativo aumento del tempo necessario al rilascio della certificazione, e ridotto il tempo clinico a disposizione del medico per la cura dei propri pazienti.

«Quale garante della professione a tutela dei cittadini, l’Ordine dei Medici guarda con forte preoccupazione all'evolversi della situazione determinata dalle nuove modalità di rilascio delle certificazioni di disabilità – sottolinea il presidente dell’Ordine dei Medici di Brescia, dottor Germano Bettoncelli - ed esprime un disagio profondo, dovuto agli impedimenti oggettivi che non consentono ai nostri iscritti di operare al meglio a favore dei pazienti più fragili».

Nell’immediato l’Ordine di Brescia con gli altri Ordini sperimentatori chiede l’introduzione per un congruo periodo (almeno sei mesi) di un doppio canale per l’inserimento dei dati della certificazione, affiancando temporaneamente al nuovo applicativo sperimentale la possibilità di produrre il certificato attraverso la procedura tradizionale.

Comunicato Stampa del 29 gennaio 2025