Lo scorso 31 marzo l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari (OCHA), l’organo dell’ONU che si occupa di emergenze umanitarie, ha informato di un attacco dell’esercito israeliano contro operatori e soccorritori palestinesi nella Striscia di Gaza, avvenuto otto giorni prima.
L’organo delle Nazioni Unite ha riferito che 15 soccorritori e operatori sanitari palestinesi, tra cui 8 medici, sono stati uccisi dall’esercito israeliano mentre tentavano di prestare soccorso ai feriti nel sud della Striscia di Gaza, vicino a Rafah.
L’attacco è stato confermato dalla Federazione internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa. I corpi degli operatori sanitari sono stati ritrovati in una fossa comune.
L’Ordine dei Medici di Brescia esprime una ferma condanna per quanto accaduto, non disgiunta dal dolore umano per le vittime di un attacco compiuto contro sanitari impegnati in prima linea nel portare aiuto alla popolazione civile, a bordo di ambulanze visibilmente segnalate come veicoli di soccorso.
Secondo l’Humanitarian Situation Update dell’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari, dall’inizio del conflitto a Gaza sono stati uccisi 399 operatori umanitari, fra cui medici e sanitari.
I medici e gli operatori sanitari hanno come primo obiettivo la salvaguardia della salute e della vita, un imperativo deontologico che orienta il loro agire - ricorda l’Ordine di Brescia, esprimendo indignazione per le reiterate e palesi violazioni del diritto internazionale nei territori di Gaza.
Chi, come i medici e i soccorritori negli scenari di guerra, mette a potenziale rischio la propria vita per salvare quella degli altri, non può diventare un obiettivo delle strategie belliche, ma deve essere tutelato con ogni mezzo, nel rispetto delle normative internazionali.
Comunicato stampa del 6 aprile 2025