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SIPPS. RACCOMANDAZIONI AD INTERIM WHO E ISS SU DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE
mer 29 apr, 2020

 

Di seguito si pubblica quanto pervenuto dal Dott. Giuseppe Di Mauro, Presidente SIPPS (Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale)

 

Presentazione a cura di Margherita Caroli

Molte informazioni sono disponibili sull’uso delle cosiddette “mascherine” di protezione che fanno parte dei cosiddetti Dispositivi  Protettivi Individuali (DPI). Purtroppo non sempre le informazioni sono basate su principi scientifici e invece di aiutare a proteggere seminano panico o, ancora peggio, comportamenti ritenuti cautelativi che invece non proteggono.
 
Perché le “mascherine”?
 
Il covid-19 si trasmette con la dispersione di goccioline di saliva della persona affetta, ma vi sono diverse documentazioni di una trasmissione anche per via aerea.. Le particelle si trasmettono più facilmente ed in maggiore quantità con i colpi di tosse e gli starnuti. Le “mascherine” quindi, posizionate su bocca e naso e ben modellate sul viso in modo da non lasciar passare le goccioline dai lati della mascherina, bloccano la dispersione del virus. Al momento non è certo a quale distanza possono arrivare le goccioline emesse con tosse o starnuti e non viene riportato se la carica virale e la capacità di infettare rimangono le stesse anche alla massima distanza.
 
Quali “mascherine”?
 
Esistono diversi tipi di mascherine con diverse capacità di filtraggio e di direzione dello stesso.
 
1 La mascherina chirurgica è in genere rettangolare  con le plissettature verso il basso per non fare accumulare le goccioline o la polvere all’interno delle stesse. È costituita da 2 strati di tessuto, in genere polipropilene, con l’interposizione di uno strato di tessuto filtrante. Perché siano valide devono riportare il marchio CE o essere certificate dal Ministero della Salute. Questo tipo NON protegge l’individuo che le indossa, ma protegge (relativamente) coloro che sono vicini nell’ambito di un metro ed infatti sono usate dai chirurghi nelle sale operatorie per proteggere il paziente da saliva e batteri provenienti da bocca e/o naso dell’operatore.
 
La richiesta enorme di mascherine a livello mondiale e la scarsissima disponibilità ha portato numerose ditte a riconvertire il loro prodotto ed a preparare mascherine di cotone, ma gli studi recentemente condotti su un numero molto limitato di pazienti sintomatici con COVID-19,  hanno evidenziato il passaggio del virus oltre la faccia interna della mascherina, depositato su quella esterna. Lo studio inoltre mette in evidenza la necessità di una particolare attenzione nella procedura di “svestimento” dalla mascherina che deve essere presa solo per gli elastici e mai per la stoffa esterna, seguito da lavaggio delle mani con acqua e sapone o con soluzione alcolica. Non sono ancora disponibili studi che abbiano valutato la capacità di protezione se indossata da soggetti contagiati, ma senza sintomi clinici visibili.
 
2 Le maschere Filtranti Facciali di Protezione (FFP) hanno una speciale composizione perché realizzate con materiali e modalità tali da certamente bloccare il passaggio di particelle anche di dimensioni inferiori a mezzo micron, come le dimensioni del coronavirus ed altri virus e delle polveri sottili. Le maschere FFP2 (che possono riportare anche la dicitura K95 invece di FFP2) filtrano fino al 94% delle particelle, mentre le FFP3 sono in grado di filtrare fino al 99%. La capacità filtrante si riduce con il tempo ma resta a buon livello nelle 12 ore. La dicitura NR significa “Non riciclabile”, mentre la R significa “Riciclabile ”. Dato l’alto potere di filtrazione queste maschere proteggono sia chi le indossa che chi è vicino.
 
Alcune di queste maschere hanno una valvola di “esalazione” che facilita l’espirazione e dovrebbero essere utilizzate solo da coloro che sono costretti ad indossarle per molte ore di seguito ed in ambienti dove si trovano soggetti in terapia già affetti da COVID 19. La presenza della valvola infatti lascia passare le particelle provenienti dal soggetto che le indossa e quindi espone i vicini al contagio nel caso in cui chi le indossa dovesse essere portatore.
 
 
Chi
 
I DPI vanno distinti in
 
1.    quelli usati del personale sanitario in luoghi di cura delle persone affette da COVID-19 e
2.    quelli che possono/devono essere utilizzati a scopo di protezione da parte dei soggetti eventualmente portatori che possono contagiare ed infine
3.    da soggetti sani che possono essere esposti al contagio.
La OMS ha definito quali mascherine utilizzare negli ospedali e nei centri diagnostici per tipologia di  soggetti e compiti a loro affidati e le sue raccomandazioni sono state riprese in toto dall’Istituto Superiore di Sanità  Italiano,  ma i consigli e le raccomandazioni sono inficiati dalla disponibilità, o meglio dalla indisponibilità reale, di tali ausili, riconosciuta anche dalle già citate Istituzioni. Se è comprensibile l’atteggiamento “meglio una protezione ridotta che nessuna” occorre essere attenti acché l’uso di mascherine non perfettamente adeguate crei atteggiamenti ritenuti protettivi, ma che in effetti non lo sono, favorendo in tal modo il contagio.
 
Una categoria di soggetti che non è stata presa in considerazione nella distribuzione ed utilizzo delle mascherine è quella dei soggetti fragili come i soggetti affetti da malattie croniche. Premesso che la protezione migliore resta l’isolamento sociale, occorre tuttavia riconoscere che tale misura non può essere mantenuta per periodi lunghissimi e pertanto è nostra opinione che questi soggetti dovrebbero, in occasione di contatto sociale anche con distanza di sicurezza, utilizzare quelle a massimo filtraggio e cioè le FFP3.
 
In conclusione, le “mascherine” possono e devono essere utilizzate per la riduzione del rischio di contagio da COVID-19, ma deve essere attentamente valutata la loro capacità di protezione perché non si causi una maggiore diffusione del virus per una presupposta ma assente azione preventiva.
 
 
Bibliografia
 
Bae S, Kim MC, Kim JY, et al.,A Effectiveness of Surgical and Cotton Masks in Blocking SARS-CoV-2: A Controlled Comparison in 4 Patients. Ann Intern Med. 2020 Apr 6. doi: 10.7326/M20-1342. [Epub ahead of print]
 
WHO Rational use of personal protective equipment for coronavirus disease 2019 (COVID-19) Interim guidance. 27 February 2020
 
Rapporto ISS COVID-19 n. 2/2020 Rev. Indicazioni ad interim per un utilizzo razionale delle protezioni per infezione da sars-cov-2 nelle attività sanitarie e sociosanitarie (assistenza a soggetti affetti da covid-19) nell’attuale scenario emergenziale sars-cov-2. Gruppo di lavoro ISS Prevenzione e controllo delle infezioni. Aggiornato al 28 marzo 2020