Di seguito l'articolo pervenuto dalla Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS)
Nguyen M, Jarvis SE, Chiavaroli L, Mejia SB, Zurbau A, Khan TA, et al.
Consumo di succhi di frutta (100%) e peso corporeo nei bambini e negli adulti: una revisione sistematica della letteratura con metanalisi.
JAMA Pediatr. 2024;178:237-246.
Il problema di una dieta corretta capace di fornire tutto ciò che serve per un adeguato sviluppo fisico e psichico nel bambino e il mantenimento della salute nell’adulto è da tempo al centro dell’attenzione della classe medica, soprattutto alla luce della enorme massa di soggetti sovrappeso o addirittura obesi che popolano le città e le campagne e che presentano tutta un serie di problemi medici che gravano pesantemente su loro stessi, sulle famiglie e sul sistema sanitario.
Tra i suggerimenti che da tempo vengono dati per l’alimentazione dei bambini e degli adolescenti, oltre che per quella degli adulti, è quello di utilizzare nella colazione del mattino o come merenda, anziché succhi di frutta zuccherati, succhi di frutta al 100%, cioè puri perché senza alcuna aggiunta di zuccheri semplici. Ciò permetterebbe di assumere prodotti piacevoli al gusto, contenenti nutrienti essenziali come vitamine, antiossidanti e polifenoli, senza incrementare significativamente l’apporto calorico e, quindi, riducendo il rischio di sviluppo di sovrappeso. In realtà, non tutti i nutrizionisti sono completamente d’accordo su questo consiglio, innanzitutto perché non è ben identificato il quantitativo di succo di frutta puro da utilizzare e quello massimo da non superare e poi perché i succhi di frutti hanno pochissimo, o addirittura nullo, contenuto di fibre, con conseguente scarsa induzione del senso di sazietà e possibile stimolo all’introduzione di altro cibo.
D’altra parte, gli studi relativi all’effetto dei succhi di frutta sul peso e sulla massa corporea hanno dato risultati spesso contrastanti anche perché, in molti casi, diversi limiti metodologici hanno reso difficile l’interpretazione dei risultati. La mancata valutazione del possibile diverso impatto dei singoli tipi di frutta o quella del carico calorico eventualmente dovuto ad altri alimenti assunti parallelamente sono i maggiori. Tutto ciò spiega perché nelle diverse linee guida sull’uso dei succhi di frutta, l’impiego di questi alimenti è visto in modo diverso e quasi sempre senza dettagli prescrittivi che ne permettano un uso semplice ma preciso all’interno della dieta. La Dietary Guidelines for Americans permette l’assunzione dei succhi di frutta puri come sostitutivi della frutta e raccomanda di limitare l’aggiunta di zuccheri senza aggiungere altro.
L’OMS e le Canada’s Dietary Guidelines raccommandano si limitano ad indicare di limitare l’apporto di zuccheri liberi, inclusi quelli naturalmente contenuti nei succhi di frutta, a meno del 10% del totale. L’American Academy of Pediatrics (AAP) è l’unica che fornisce raccomandazioni un poco più dettagliate e, soprattutto, separate in funzione dell’età, facendo particolarmente attenzione alla necessità di ridurre il rischio di sviluppo di carie dentarie e al sovrappeso. Il problema è, comunque, di largo interesse pediatrico perché, almeno negli USA, il 50% dei bambini e degli adolescenti consuma almeno una porzione di succo di frutta ogni giorno.
Nguyen e collaboratori hanno cercato di mettere un poco di ordine nella massa di dati raccolti da un enorme numero di studi. Tra i tanti, hanno selezionato quelli che davano le maggiori garanzie di una esecuzione accurata ed erano giudicati essere a relativamente a basso rischio di gravi limitazioni metodologiche e sono arrivati, almeno per la pediatria, ad alcune considerazioni che meritano attenzione.
Sono stati esaminati i risultati di 42 studi tra i quali 17 erano pediatrici e 25 riguardavano gli adulti. Gli studi pediatrici erano tutti studi di coorte e avevano arruolato in totale 45851 bambini di età media di 8 anni. Quelli degli adulti erano in 6 casi studi di coorte e in 19 studi clinici randomizzati (RCT) che avevano arruolato un totale di 268.095 soggetti di età media di 48 e 42 anni, rispettivamente. Tutti gli studi di coorte erano prospettici e riguardavano almeno 6 mesi di osservazione. Gli RCT valutavano interventi di almeno 2 settimane, confrontando succhi di frutta contro altri liquidi non zuccherati (acqua o soda eventualmente addolcita con dolcificanti artificiali). Il principale obiettivo è stato in ogni caso di valutare come ogni incremento dell’assunzione giornaliera di 8 once (237 mL) di succo di frutta potesse influenzare la BMI dei bambini e il peso in kg degli adulti nel corso del periodo di studio.
L’analisi dei risultati è stata diversa negli studi pediatrici rispetto a quelli degli adulti. Gli studi di coorte sui bambini hanno dimostrato che ogni porzione aggiuntiva al giorno di succo di frutta puro, (senza differenze tra le varie frutta) è stata associata a un aumento del BMI di 0,03 (IC al 95%, 0,01-0,05) con maggiore effetto sui bambini più piccoli (<11 anni) rispetto ai grandi (0.15;95%CI,0.05-0.24 e −0.001;95%CI,−0.01 a 0.01, rispettivamente). Tra gli studi di coorte sugli adulti, quelli che non consideravano l’apporto energetico hanno dimostrato che i succhi di frutta condizionavano un aumento di peso corporeo (0,21 kg; IC al 95%, 0,15-0,27 kg), quelli che, invece, hanno tenuto conto dell’apporto energetico hanno dimostrato una diminuzione di peso (−0,08 kg; IC al 95%, −0,11 a −0,05 kg). Infine, i RCT effettuati sugli adulti non hanno riscontrato un'associazione significativa tra l'assunzione dei succhi di frutta e il peso corporeo, pur con un IC molto ampio (MD, -0,53 kg; IC al 95%, -1,55 a 0,48). Di tutti questi dati, quelli che più interessano i pediatri sono quelli che dicono che i bambini più piccoli sono i soggetti che più risentono dell’assunzione di succhi di frutta perché ogni aggiunta di 237 mL di succo di frutta puro (un bel bicchiere), oltre a quella prevista di base, comporta un possibile aumento del BMI mentre ciò non si verifica nei più grandi. I piccoli sono, quindi, più sensibili e questo sembra facilmente spiegabile con il fatto che l’aggiunta di un secondo bicchiere di succo di frutta rappresenta un incremento calorico percentuale della dieta molto più elevato di quanto valga per un bambino grande o un adolescente che di per sé ha bisogno di più calorie e riceve, quindi, di base una dieta più ricca.
Questo riscontro dà, per altro, perfettamente ragione a quanto riportato nelle linee guida della AAP che dice che nella dieta del bambino piccolo non si dovrebbe inserire più di un solo bicchiere di succo di frutta. Assai più difficile è l’interpretazione dei risultati ottenuti degli studi effettuati negli adulti, anche se la loro valutazione globale sembra indicare che l’apporto energetico totale della dieta ha un ruolo determinante nel condizionare il risultato finale dell’incremento di assunzione di succo di frutta. Sul piano pratico, comunque, per il pediatra che segue bambini in crescita e vuole incidere positivamente sui comportamenti alimentari, questo studio può essere lo spunto per un consiglio dietetico semplice ed efficace.
La dieta va sempre controllata e se in famiglia si è usi bere un bicchiere di succo di frutta al mattino per colazione o a merenda, è opportuno limitarsi a questo, evitando repliche. Inoltre, non sarebbe male ricordar che anche l’uso di succhi puri senza aggiunta di zucchero non esclude il rischio di amento del BMI e che, quindi, i genitori non debbano pensare di poter controllare meglio l’assunzione alimentare dei propri figli semplicemente usando cibi o bevande non zuccherate.
I succhi di frutta puri sono meno calorici di quelli edulcorati ma non escludono problemi se la quantità totale non viene limitata.
Prof. Nicola Principi - Direttore Responsabile RIPPS